Ci hanno sempre detto che le emozioni e le sensazioni sono la parte di noi più spontanea e sincera, che dobbiamo essere in contatto con il nostro sentire e lasciarlo fluire. Vero! Vero anche che le nostre emozioni devono essere un faro nel mare della vita e non la burrasca che ci porta in giro per oceani sconosciuti.
Ciò che sentiamo è genuino, certo, ed allo stesso tempo è influenzato dai nostri pensieri e dal nostro modo di interpretare gli eventi. Facciamo un esempio: lo stesso discorso fatto da un politico alla televisione ad alcuni sembra un insieme di prese in giro e fandonie, ad altri uno spaccato di ottimismo e fiducia basato su dati reali e concreti. Chi ha ragione? Tutti!
Perché ognuno di noi ha il proprio modo di “leggere” gli eventi e le persone. Che emozioni proveranno le persone nei confronti del politico? Dipende dall’interpretazione data al suo discorso: alcuni si sentiranno fiduciosi ed ottimisti, altri si sentiranno arrabbiati e delusi.
Questo meccanismo accade dentro di noi ogni giorno e per questo ciò che sentiamo è strettamente collegato ai pensieri che facciamo e viceversa. Diventa quindi importante quando abbiamo emozioni forti, che possono interferire con il nostro buon funzionamento lavorativo e relazionale, individuare le strategie che possono aiutarci a ridimensionare il nostro vissuto emotivo. Ansia, preoccupazione, tristezza, euforia, sono emozioni e sensazioni che possono essere per noi controproducenti se superano un “livello soglia”. L’ansia per esempio è una condizione utile alla sopravvivenza e alla performance: ogni volta che siamo in pericolo o che dobbiamo affrontare una prova importante l’ansia ci corre in aiuto attivando una serie di sistemi anche corporei che ci permettono di dare il massimo. Quando però l’ansia supera il limite di tollerabilità scivoliamo in un problema di ansia: i livelli di attivazione corporea sono eccessivi e spesso accompagnati da pensieri catastrofici. Questo provoca un circolo vizioso in cui l’ansia crea tensione che crea pensieri catastrofici che aumentano l’ansia. Viviamo così un continuo stato di allarme che ovviamente ci impedisce di “funzionare” bene e ci provoca forte malessere. La stessa cosa vale per le altre emozioni ogni volta che superano un limite di tollerabilità. La giusta misura sta nel mezzo: le emozioni, anche quelle sgradevoli, devono far parte della nostra vita perché sono indispensabili per guidarci nelle scelte e darci informazioni importanti. Quando sono le emozioni però a prevaricare altre parti fondamentali di noi come la razionalità e l’equilibrio omeostatico dei sistemi fisiologici si crea uno squilibrio che ci fa star male. Dobbiamo imparare a riportare le nostre emozioni a livelli di norma, ecco alcune semplici strategie. Ferma i pensieri: trova la modalità più adatta a te per interrompere la serie di pensieri catastrofici e distruttivi che si crea nella testa. Vai a fare una corsa, concentrati su un compito difficile, fai un esercizio di rilassamento, fai yoga, vai a fare una passeggiata in centro, stai in mezzo alla gente, chiacchiera con un amico. L’attività per te più efficace è quella che ti permette di “abbassare il volume” dei pensieri negativi che aumentano l’emozione che stai provando.
Respira lentamente: quando siamo agitati di certo respiriamo più velocemente, questo ci fa entrare in una condizione chiamata iperventilazione in cui si accumula troppo ossigeno nell’organismo causando molti sintomi: ………… Il respiro lento riporta l’ossigeno a livelli normali azzerando i sintomi. Respira in modo lento e profondo in modo da gonfiare la pancia e continua fino a che tutti i segnali di malessere saranno scomparsi.
Rilassa il corpo: nel corpo si crea molta tensione quando scorrono in noi emozioni forti e questo provoca tensione muscolare, contrazione del diaframma, posture scorrette. Rilassare il corpo attraverso esercizi di rilassamento, yoga o semplice stretching aiuta a sciogliere la tensione. Rilassa la mente: E’ importante riportare uno stato di calma facendo qualcosa che ti piace:
guardare un film, fare una passeggiata, fare un bagno caldo, insomma dedicati un po’ di coccole che ti facciano piacere. Quando ci sentiamo più tranquilli è importante analizzare i pensieri che abbiamo fatto durante la nostra “scarica emotiva” perché i pensieri alimentano le emozioni: chiamiamo questo passaggio “analisi dei pensieri disfunzionali”. Scriviamo su un foglio tutti i pensieri che abbiamo avuto in relazione all’emozione provata e dopo ogni pensiero chiediamoci “E poi?” andando ad individuare il pensiero successivo. Dobbiamo imparare ad essere critici verso i pensieri che ci provocano emozioni troppo intense, valutare se sono eccessivi, che fondamento hanno: in questo modo arriviamo a “smontare” una modalità di pensiero che è per noi controproducente. Inizia ad esercitarti con alcune semplici domanda e ed osserva cosa cambia nel modo di vedere la situazione e nelle emozioni che senti:
- Può davvero succedere ciò che penso?
- Se anche succedesse le conseguenze sarebbero così disastrose?
- Sarei in grado di affrontarle con le mie qualità e le mie risorse come di certo ho fatto in passato in situazioni simili?