Salve, vi sembrerà una domanda un po’ strana, ma vi prego di non giudicarmi. L’ho raccontato solo ad un’amica e non mi ha creduta. Ho 18 anni e sono (credo) innamorata di un uomo di 72… Premettendo che non dovete immaginarvi un traballante vecchietto, è un uomo comunque giovanile, curato ed in forma, intellettualmente brillante, che trasuda fascino.
L’ho incontrato ad una mostra d’arte, ne sono rimasta letteralmente incantata…
I suoi gesti, il modo in cui accennava ad un sorriso mentre mi guardava, la sua voce calda, calma, sembrava una carezza. Il suo sguardo indagatore, a tratti malinconico, sembrava gli brillassero gli occhi mentre rideva. Ho sentito una sensazione di torpore avvolgermi nel petto una pressione, una forza dirompente. Mi sembrava di percepire un calore particolare alla base del collo. Provavo euforia, felicità estrema ed un pizzico di paura nel lasciarmi trascinare da una simile sensazione. Giuro di non aver mai provato nulla di simile… E più gli parlavo, più questa agitazione mi pervadeva, più mi sentivo entusiasta, più mi sembrava di sprofondare in questo caldo e vischioso stato. Lo conosco ormai da un po’ e non c’è volta in cui non mi senta impazzire dalla gioia mentre sono accanto a lui.
Lo penso sempre, costantemente, mi piace ascoltare la sua voce. Ma com’è possibile che una persona della mia età si possa sentire tanto attratta da una persona così grande? Io non vorrei fosse così, ma non riesco a soffocare questo sentimento. Quando sono con lui qualunque ansia o sensazione sgradevole sparisce, solo il cuore corre come se dovessi prepararmi a fuggire, è una sorta di droga la sua presenza. Generalmente sono una persona razionale, ma quando sono con lui mi sembra di entrare in contatto con la parte più intima ed istintiva di me. Può questo definirsi innamoramento?
Gentile Quercia,
la capacità relazionale di ogni individuo dovrebbe evolvere fin dall’infanzia in modo da portare ognuno di noi nell’età adulta ad apprezzare relazioni simmetriche in cui lo scambio tra pari è alla base del rapporto. Le relazioni “genitali”, come le avrebbe definite Freud, sono quelle in cui vige il reciproco scambio, il reciproco arricchimento e l’evoluzione individuale ma condivisa e generata dalla vicinanza con l’Altro. Nei rapporti tra persone in cui c’è una importante differenza di età questi elementi si diluiscono ed il più anziano tra i due invece di una evoluzione può andare incontro ad una involuzione, mentre il più giovane resta fermo all’interno di una posizione relazionale passiva, mi passi il termine. Forse lei ha bisogno di relazioni di questo tipo: asimmetriche, in cui l’Altro esercita un potere (o fascino, come dir si voglia) che la rassicura ma al tempo stesso la rende dipendente e non del tutto autonoma.
Indagherei questo aspetto perchè ogni bisogno vincola e costringe a scelte che soddisfino il bisogno stesso. Come quando abbiamo una gran voglia di cioccolato: non possiamo fare a meno di mangiarlo, dobbiamo farlo anche se in realtà non abbiamo fame.
Le nostre scelte devono essere libere e genuine, basate unicamente su ciò che ci rende felici e non su ciò che ci è mancato.
A ben risentirci, Griffini dott.a Barbara
Pubblicato il 29 Ottobre 2015 su guidapsicologi.it per una domanda personale contattami via mail