La consulenza tecnica d’ufficio: opportunità o rischio?

 

Spesso le persone che si separano e che hanno difficoltà a trovare accordi perché inseriti in una dinamica di estrema conflittualità arrivano in consulenza tecnica senza conoscere con precisione la natura di tale situazione e delle sue finalità. Chiariremo brevemente cosa si intende per consulenza tecnica d’ufficio (CTU) e quali sono gli obiettivi di tale passaggio giudiziario per poi soffermarci sulle ripercussioni che può avere sulla separazione e sui singoli.

 

CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO: COS’È

La consulenza tecnica d’ufficio è un incarico che viene dato dal Giudice a un esperto del settore (psicologia, genitorialità e dinamiche familiari) affinché esprima il suo parere: può essere richiesta dal Giudice stesso oppure da una delle parti tramite il proprio legale quando alcune situazioni in cui i minori sono inseriti destano sospetti in merito al loro benessere da un punto di vista psicologico ed emotivo. Ciò che viene richiesto all’esperto è una valutazione della situazione ed un parere rispetto agli eventuali fattori di rischio che potrebbero influire su un sano ed equilibrato sviluppo dei minori. Una specifica che spesso viene fatta nelle domande all’esperto prevede la valutazione dell’impatto che la conflittualità genitoriale ha sulla prole.

L’esperto, il CTU (consulente tecnico d’ufficio), presta giuramento e dovrà rispondere alle domande presenti nel quesito del Giudice attenendosi ad esse per ciò che riguarda la valutazione. La spesa della consulenza tecnica è interamente a carico delle parti.

Le operazioni peritali, cioè l’insieme degli incontri necessari per rispondere alle domande del quesito, hanno una durata variabile (di solito tra i 3 ed i 4 mesi) e potranno essere costituite da incontri individuali e di coppia, colloqui coi minori, somministrazione di test, visite domiciliari, colloqui con gli insegnanti, colloqui coi nonni.

Al termine il consulente esprimerà la sua valutazione in una relazione in cui suggerirà un calendario con le modalità di frequentazione, la suddivisione delle vacanze tra i genitori, gli orari per i trasferimenti da una casa all’altra. Le indicazioni diverranno attuative con il decreto del Giudice.

In tale modalità gli ex partner si trovano inseriti in un percorso valutativo piuttosto stressante che va ad indagare aspetti specifici dei soggetti coinvolti e delle dinamiche familiari. Gli incontri hanno uno scopo valutativo e creano quindi inevitabilmente apprensione nei periziandi che tentano di presentarsi al meglio. Anche il coinvolgimento dei minori preoccupa spesso i genitori che possono temere che i bambini risentano della situazione.

I colloqui congiunti obbligano inoltre gli ex partner a rivedersi e a confrontarsi su tematiche vecchie e nuove all’interno di una dinamica conflittuale e disfunzionale: la riattivazione di vissuti dolorosi e le modalità relazionali conflittuali attraverso i colloqui possono portare ad un ulteriore inasprimento dei litigi.

 

VANTAGGI DELLA CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO

La valutazione da parte di un esperto può portare i periziandi e i legali ad osservare la situazione da altri punti di vista e ad accorgersi delle reali dinamiche che sottostanno alla continua “lotta giudiziaria” di certo in atto.

La possibilità poi di essere richiamati al proprio ruolo genitoriale dal CTU risulta utile in una fase in cui i genitori sono solitamente eccessivamente coinvolti nel conflitto e nelle proprie sofferenze per prestare le necessarie attenzioni ai figli. Di solito le recriminazioni reciproche su sofferenze o disagi dei bambini, su necessità o desideri inascoltati dalla controparte o lamentele in merito alle mancanze genitoriali dell’altro, sono in realtà strumentalizzazioni attraverso le quali si vuole colpire l’ex partner: i figli diventano dei proiettili che devono centrare il bersaglio. Nella CTU il focus viene spesso riportato al funzionamento genitoriale, elemento utile a ripristinare almeno in parte una efficacia nel ruolo che i genitori devono recuperare quanto prima.

Dalle operazioni peritali può anche derivare un nuovo assetto della famiglia separata il quale, in un primo momento è imposto (disposizioni del Giudice) e che poi però può essere interiorizzato ed accettato riconoscendone la validità.

In ultimo la consulenza può riuscire a mostrare ai genitori in separazione i figli in una veste nuova mettendo in luce le effettive sofferenze che stanno vivendo e le reali necessità che possono invece passare in secondo piano in situazioni conflittuali, come detto.

 

SVANTAGGI CTU TRIBUNALE

Uno dei maggiori svantaggi del percorso giudiziale nella separazione e, quindi, di una probabilissima CTU sono i tempi ed i costi. A meno che non si sia in gratuito patrocinio, situazione che garantisce l’assistenza legale anche a chi ha redditi bassi, la necessità di avvalersi delle prestazioni di un avvocato porta a gravi esborsi economici che possono durare anche anni. La consulenza tecnica d’ufficio poi è del tutto a carico delle parti e, spesso, anche chi è in gratuito patrocinio deve provvedere a corrispondere una parte della spesa anche fino al 50%. I tempi della CTU poi non sono di certo brevi: il consulente può chiedere anche 120 giorni (a volte di più) per il deposito della relazione e nulla gli impedisce di chiedere proroghe al fine di meglio rispondere al quesito del Giudice.

Uno degli obiettivi della CTU è fornire al Giudice indicazioni opportune circa la frequentazione tra i minori ed entrambi i genitori: difficilmente queste però si rifaranno alle esigenze di tutti i coinvolti e riusciranno a soddisfare ogni necessità. Di solito il clima conflittuale porta gli ex coniugi ad avanzare richieste impossibili nel tentativo di salvaguardare la propria posizione. Questo può portare l’esperto nominato dal Giudice a dare indicazioni “di prassi” rifacendosi alla letteratura e alla norma “costringendo” i separanti a adeguarsi a protocolli prestabiliti che, a volte, hanno poco a che fare con le reali esigenze di quella famiglia separata. Un altro rischio, quindi, risiede nel dover accettare, relativamente alla cura ed alla frequentazione dei figli, disposizioni che non sono frutto di accordi ma che vengono stabilite da altri i quali, per quanto esperti (CTU, Giudice, Servizio Sociale) non sono membri della famiglia e non possono avere a cuore la situazione come se lo fossero.

Un altro rischio intrinseco nella CTU è costituito dal ritrovarsi, alla fine, con una situazione del tutto opposta a quella che ci si aspettava entrando in consulenza: le aspettative iniziali possono essere, infatti, totalmente disattese. Spesso ogni periziando è convinto che il proprio punto di vista sia del tutto corretto e che un esperto non potrà che dare ragione alla sua versione. Niente di più lontano dalla realtà. L’esperto ha altri parametri attraverso i quali valutare le cose e la delusione più grande la si può avere quando egli si esprime in un modo inaspettato, conclusione dovuta al fatto che egli deve tenere in debita considerazione la voce di tutti, minori compresi.

Per quanto utile e a volte addirittura indispensabile la consulenza rappresenta il fallimento nel processo di raggiungimento degli accordi separativi e la grave difficoltà nel gestire e superare la separazione psicologica e relazionale dall’altro. La CTU è uno strumento di valutazione che diventa anche un mezzo per aiutare gli ex partner; tuttavia rappresenta una coercizione (a volte indispensabile) che si inserisce in modo perentorio nella vita della famiglia (separata) andando a regolamentare dall’esterno un assetto che non è stato trovato tramite accordi.

Sarebbe sempre opportuno arrivare a punti di accordo attraverso una efficace negoziazione.