Il lutto: superare la perdita di ciò che c’era

Elaborazione del lutto

Si parla di lutto ogni volta che una persona subisce una perdita.

Si può perdere una persona cara per decesso, per trasferimento e a causa di conflitti o di separazione e divorzio. Si può perdere il lavoro, la salute per malattia transitoria o permanente come anche si può perdere un’abilità in seguito ad un incidente. Si può perdere il proprio ruolo sociale con il pensionamento o quello familiare in seguito a cambiamenti del nucleo familiare come la crescita dei figli.

Ognuno di noi ha vissuto un’esperienza di perdita nella vita. Sappiamo quanto è difficile superare quel momento in cui sappiamo che non avremo più qualcosa a cui siamo tuttora molto legati. Il dolore è una componente inevitabile della perdita ed è indice del legame esistente tra noi e ciò che non c’è più. Auspichiamoci quindi di sentire dolore se perdiamo qualcosa o qualcuno con cui abbiamo avuto un vincolo perchè indica che siamo in grado di stabilire relazioni profonde e di attuare scambi significativi al loro interno.

Può tuttavia essere auspicabile non sostare eccessivamente nei sentimenti di lutto perché questo ci impedisce di progredire, portare avanti i nostri progetti, creare nuovi legami e, in definitiva, di evolvere.

Ecco alcuni punti che possono aiutare nel momento in cui affrontiamo una perdita:

 

  1. accettare il dolore è il primo passo per tollerarlo e trovare modi per conviverci; più siamo impegnati a scacciarlo e più si rinforza un braccio di ferro che ci vede sempre più concentrati sul dolore e sempre più impantanati. Prendiamoci dei momenti in cui sfogare il nostro dolore e metterci in contatto con esso in modo profondo: si crea così un effetto catartico di liberazione del dolore e delle tensioni ad esso correlate.
  2. pensare alla vita come ad un fiume sul quale incontriamo persone che vanno e vengono, come sui canali di Venezia: ci aiuta a comprendere ed accettare che nulla è eterno e che il tempo speso con persone che amiamo è prezioso ma limitato.
  3. ascoltare (poco e) con prudenza i sensi di colpa che inevitabilmente affiorano è un buon modo per non sostare nel pantano del lutto. I “potevo, dovevo, volevo” sono distruttivi per la nostra psiche e sono un modo per autopunirci in un momento in cui crediamo di meritare un castigo. Pensiamo piuttosto a ciò che meritiamo, a quello che ci siamo guadagnati ed a ciò che potrebbe lenire un po’ la nostra sofferenza perché chiunque soffra ha diritto a sentirsi meglio.
  4. attingere all’eredità psichica ed emotiva che ci ha lasciato la persona o la situazione che ora non c’è più in modo da riconoscere e ricordare ciò che è rimasto in noi dall’esperienza che si è conclusa: ricordi, sentimenti, modi di pensare… tutto ciò che abbiamo saputo carpire da ciò che non c’è più è comunque in noi e resterà nostro.
  5. creare nuove abitudini che mantengano il legame con ciò che è perso ma che rappresentino una novità è un passaggio fondamentale per evolvere ed andare oltre alla perdita. Mantenere le vecchie abitudini è rischioso perché rinforza il legame doloroso con qualcosa/qualcuno che non c’è più negando l’evento luttuoso “come se non fosse successo niente”. Cambiare totalmente abitudini ed assumerne alcune del tutto slegate da ciò che era è un’altra negazione sia di ciò che è accaduto sia del legame che c’era. Creare un ponte tra le abitudini che c’erano prima e ciò che c’è adesso rappresenta invece la capacità di prendere ciò che di buono abbiamo appreso dall’esperienza conclusa e di farlo nostro in senso costruttivo.

Per superare il lutto è importante recuperare l’eredità psichica ed emotiva che qualcuno o qualcosa ci ha lasciato in modo da poterlo utilizzare nel qui ed ora dentro di noi: si tratta di un processo in cui ci rendiamo protagonisti di quanto abbiamo assorbito da una situazione, una relazione, e maturi al punto tale da andare oltre in un flusso evolutivo e trasformativo.