Gli addetti ai lavori si interrogano spesso sull’opportunità di una CTU. Quando siamo in dubbio se farne richiesta al Giudice la domanda da porci è: A cosa può portare una consulenza di migliorativo per i minori? Quali risultati potremmo ottenere per il nostro cliente?
È necessario, infatti, che ognuno di noi si chieda: È davvero utile?
Più volte mi sono trovata ad avere incarichi come consulente di parte in cui la richiesta della CTU non mi è sembrata efficace per il cliente: spesso si arriva a questa impasse a causa dell’attività disgiunta tra psicologo ed avvocato. La pratica congiunta, invece, permette a psicologo forense e avvocato di collaborare in varie fasi della separazione (giudiziale o consensuale) in modo da individuare il miglior percorso separativo per il cliente e i minori.
Sappiamo che la consulenza tecnica è uno strumento in grado di rispondere al quesito del giudice attraverso la valutazione da parte di esperti professionisti. La CTU, quindi, ha una sua utilità intrinseca: portare nuove informazioni all’attenzione del giudice, degli avvocati e dei consulenti di parte sulle quali poi basare decisioni utili per la prole. Da un punto di vista psicologico e delle dinamiche della famiglia separata la consulenza ha diversi vantaggi, soprattutto se all’interno del collegio peritale si crea un clima di collaborazione tra i professionisti. Vediamo quali.
I PUNTI DI FORZA
PORTARE LE PARTI A UNA MAGGIOR CONSAPEVOLEZZA
Attraverso i colloqui peritali e l’attività del consulente, i genitori possono acquisire maggior consapevolezza rispetto agli elementi disfunzionali della situazione separativa e di quello che è il ruolo che ognuno ha nella loro creazione e mantenimento. Il collegio peritale, trovando una sintonia che sottenda ad obiettivi comuni, può essere una dimensione molto utile che porta nuovi modi di vedere il conflitto e le dinamiche per poter incoraggiare gli adulti coinvolti ad accettare le proprie mancanze nel tentativo di superarle.
RESPONSABILIZZAZIONE GENITORIALE
All’interno del processo peritale di solito i tecnici promuovono la responsabilizzazione della coppia genitoriale: in tal modo l’attenzione dei periziandi viene spesso riportata al loro compito educativo nei confronti dei figli e alla necessità che siano loro stessi, attraverso l’attenuazione del conflitto e l’individuazione di nuove modalità interattive, a prendere le decisioni in modo sincrono e a gestire nella quotidianità i figli. Il processo giudiziale, infatti, risulta essere, da un punto di vista psicologico e relazionale, una sconfitta a livello genitoriale e indica che le parti, a un certo punto della storia separativa, arriveranno a delegare ad altri (avvocati, giudice, CTU) le decisioni inerenti ai figli. La consulenza tecnica, nelle sue varie fasi e con le restituzioni periodiche ai periziandi, può invece trasmettere l’importanza che le parti riacquistino un ruolo da protagonisti rinunciando al conflitto attraverso modalità negoziative.
IDENTIFICAZIONE DI RUOLI
Spesso nella consulenza vengono chiariti ruoli, doveri e diritti di entrambi i genitori, per riportare un certo equilibrio nelle responsabilità quotidiane di madre e padre. Capita spesso, infatti, che i periziandi arrivino in CTU non avendo ben chiaro chi deve/può fare cosa, situazione che alimenta costantemente la conflittualità. I genitori che arrivano in consulenza litigano per chi deve andare a scuola a parlare con gli insegnanti o chi deve andare dal pediatra, perché le informazioni non vengono condivise e per molto altro ancora. Nel momento in cui i tecnici chiariscono che entrambi hanno il diritto-dovere di mantenere i contatti con la scuola, con il pediatra, con le associazioni sportive, e viene ribadito che ogni genitore ha la responsabilità di rendersi attivo nella vita dei figli evitando di attendere che sia l’altro ad agire per poi informarlo, si assiste ad una chiarificazione dei nuovi assetti dopo la separazione. In tal modo viene agevolata la separazione psichica il cui mancato raggiungimento porta spesso a dipendere anche dopo la separazione dall’ex partner per alcuni aspetti di cura della prole.
I tecnici sanno che quando in consulenza si assiste a recriminazioni, ad esempio:
“Tu hai parlato con le maestre e non mi hai riferito nulla!”
“Il pediatra a me non ha detto niente, non mi ha telefonato, tu non mi hai riferito.”
“Io non ti ho dato i soldi del calcio perché aspettavo che tu mi dicessi l’importo.”
È possibile che si tratti di manifestazioni di una separazione psichica incompleta o del tutto mancante. Sappiamo che c’è l’obbligo da parte del genitore di informare l’altro in merito alle questioni che riguardano i figli ma è anche importante ricordare a entrambi che ognuno ha l’obbligo di rendersi autonomo nel reperire le informazioni e nel mantenere i contatti con tutte le dimensioni di vita dei figli. Questo non vuol dire che ognuno deve agire in piena autonomia ma che entrambi i genitori devono avere un ruolo attivo nella quotidianità dei figli evitando di delegare all’altro tali funzioni.
INDIVIDUALZIONE DI OPPORTUNITÀ MIGLIORATIVE
Il collegio peritale ha altresì l’opportunità di individuare le condizioni migliori per i minori: il fine ultimo della CTU è, infatti, di tutelare e/o promuovere il benessere della prole. Il calendario può essere migliorato per poter agevolare sia il rapporto dei minori con entrambi i genitori sia per razionalizzare i loro spostamenti. Il calendario può prevedere tempi per i nonni che nella separazione conflittuale possono trovarsi improvvisamente esclusi dalla vita dei nipoti: in tal modo la prole ritrova la quotidianità che aveva con la famiglia allargata. Si possono anche individuare percorsi di sostegno psicologico in grado di aiutare i bambini a superare il difficile momento separativo.
ASCOLTO PER I MINORI
All’interno della consulenza tecnica i minori trovano uno spazio di ascolto in cui gli esperti danno credito a quanto viene comunicato loro sia a livello verbale sia in altri modi che devono essere interpretati (comunicazione non verbale, istanze inconsce o preconsce) ma che risultano altrettanto significativi. Il minore può sentire che qualcuno lo ascolta ed è interessato a ciò che ha da dire: a volte questa opportunità è vissuta come una responsabilità ma spetta al CTU trasmettere al minore l’importanza di comunicare le sue opinioni senza che questo venga vissuto come attacco ad un genitore.